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Il Cammino di Santiago di Paulo Coelho: la mia recensione di questo viaggio mistico

  • Immagine del redattore: Daniela B.
    Daniela B.
  • 17 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 19 set

Il primo libro di Paulo Coelho che ho letto è stato L’Alchimista. Il secondo, quasi per caso, Il Cammino di Santiago. E devo dire che mi ha spiazzata sin dalle prime pagine. Mi aspettavo un’altra storia nello stile dell’Alchimista, e invece mi sono trovata davanti a un libro profondamente diverso: non un romanzo nel senso classico, ma un testo mistico, a tratti iniziatico, che parla di prove spirituali e di esperienze capaci di far accapponare la pelle.



Sentiero del Cammino di Santiago verso Compostela, con il simbolo del cammino in primo piano
Sentiero del Cammino di Santiago verso Compostela, con il simbolo del cammino in primo piano


La trama e il percorso reale


In Il Cammino di Santiago Coelho racconta il suo pellegrinaggio verso Santiago de Compostela, guidato da un maestro spirituale che lo accompagna tra simboli, rituali e prove interiori. È un percorso che non riguarda soltanto i piedi che camminano, ma soprattutto l’anima che cerca.


Per chi non lo conosce: il Cammino di Santiago è un’antica via di pellegrinaggio che attraversa la Spagna settentrionale e conduce alla Cattedrale di Santiago de Compostela, dove secondo la tradizione riposa l’apostolo Giacomo. Il percorso più famoso è il Cammino Francese, che parte dai Pirenei e si snoda per circa 800 km fino a Santiago.


Ovviamente non è obbligatorio percorrerlo tutto: molti scelgono di camminare solo gli ultimi 100 km (spesso da Sarria), che bastano per ottenere la Compostela, il certificato ufficiale del pellegrino. Insomma, il Cammino è un viaggio che puoi modellare sulla tua forza, sul tuo tempo e sulla tua intenzione.


Ed è questo che emerge dal libro di Coelho: non importa la lunghezza, conta la trasformazione interiore.



Facciata della Cattedrale di Santiago de Compostela, punto d’arrivo del Cammino di Santiago, meta spirituale e culturale in Spagna.
Facciata della Cattedrale di Santiago de Compostela, punto d’arrivo del Cammino di Santiago, meta spirituale e culturale in Spagna.

L’esperienza mistica


Alcuni episodi narrati sono davvero forti, come la sua esperienza di conversione, segnata da presenze oscure e prove che sembrano uscite da un sogno, o da un incubo. Non è una storia “comoda”, ma una di quelle che ti costringono a guardarti dentro e a chiederti: io cosa avrei fatto al suo posto?


Eppure, arrivata alla fine del libro, la sensazione non è stata quella di un cerchio chiuso. Piuttosto il contrario: come se ci fosse un varco aperto, un nuovo livello da esplorare. E oggi capisco che è proprio questa la natura delle esperienze mistiche: non chiudono mai del tutto, perché ogni soglia superata apre la porta a un’altra.



La Croce di Ferro (Cruz de Hierro) è un simbolo emblematico del Cammino di Santiago, situato sul punto più alto del Cammino Francese, a circa 1.500 metri di altitudine nei Montes de León, tra Foncebadón e Manjarín. È composta da un palo di legno alto circa cinque metri, sormontato da una croce di ferro, e alla sua base si trova un grande cumulo di pietre, trasportate e deposte dai pellegrini nel corso dei secoli come simbolo di penitenza, liberazione dai peccati, o come segno di ricordo e ringraziamento
La Croce di Ferro (Cruz de Hierro) è un simbolo emblematico del Cammino di Santiago, situato sul punto più alto del Cammino Francese, a circa 1.500 metri di altitudine nei Montes de León, tra Foncebadón e Manjarín. È composta da un palo di legno alto circa cinque metri, sormontato da una croce di ferro, e alla sua base si trova un grande cumulo di pietre, trasportate e deposte dai pellegrini nel corso dei secoli come simbolo di penitenza, liberazione dai peccati, o come segno di ricordo e ringraziamento.

La mia lettura personale


Io sono una achiever — una “realizzatrice”, sempre orientata ai traguardi. Non potevo limitarmi a leggere il libro e basta: mi veniva spontaneo immaginarmi lì, zaino in spalla, pronta ad affrontare le mie paure e a trasformarmi, evolvere e spaccare il guscio della crisalide e diventare farfalla. E non è solo teoria: da camminatrice instancabile (grazie anche al mio labrador che mi porta fuori tre o quattro volte al giorno per passeggiate lunghe), sento che il Cammino può davvero essere alla mia portata, non solo come sfida fisica, ma come ricerca spirituale.


Un libro che cambia con te


Quando l’ho letto per la prima volta ero ancora all’inizio del mio percorso interiore. Cercavo Dio non come un’entità esterna, ma come l’infinito che comprende e permea tutto e oltre. Anni dopo ho iniziato davvero un cammino spirituale, che ha incluso anche esperienze mistiche. Per questo oggi so che, se lo rileggessi, Il Cammino di Santiago sarebbe per me un libro diverso. Perché siamo noi a cambiare, e i libri, come specchi, ci mostrano sempre qualcosa di nuovo a seconda della nostra luce interiore.


Più di un libro


Nonostante siano state vendute più di 1.500.000 copie solo in Italia, ridurre Il Cammino di Santiago a un bestseller sarebbe ingiusto. È un libro che ti spoglia delle certezze e ti lascia con addosso solo il velo sottile delle emozioni. Un libro che è insieme guida, diario e specchio. E se da una parte può lasciarti il dubbio di un “tutto qui?”, dall’altra quel vuoto è proprio lo spazio dove la tua esperienza personale può fiorire.


📚 Se hai letto anche tu Il Cammino di Santiago fammi sapere cosa ti ha lasciato, o se ti è venuta la voglia di affrontare un cammino — reale o interiore.



🔗 Link Goodreads: Il Cammino di Santiago su Goodreads


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